Settembre, capodanno
C’è questo vento che soffia sotto le porte e al mattino, al risveglio.
Non sai cos’è ma c’è un disagio, un presagio, un senso lieve come di lutto.
E quando ti svegli del tutto capisci che potrebbe essere il futuro.
01 martedì Set 2009
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inSettembre, capodanno
C’è questo vento che soffia sotto le porte e al mattino, al risveglio.
Non sai cos’è ma c’è un disagio, un presagio, un senso lieve come di lutto.
E quando ti svegli del tutto capisci che potrebbe essere il futuro.
martafiumara ha detto:
settembre[..] «Così, è passata l’estate. La prima carezza di una tiepida alba, la prima voglia di sole, il primo frutto maturo… tutti i sapori d’inizio ancora sul palato ed è già [..]
zaritmac ha detto:
#1- … è già gente sui tetti che dispera il suo futuro senza lavoro, è lamento sovrastato dalle onde di disperazioni senza nido, è rumore di fabbriche che s’apprestano ad accostare i cancelli sui visi che fioriscono dalle tute, è stormo di incertezze e attese, ali sbattute sperando che torni a schiarirsi, il cielo.
hobbs ha detto:
questo mi tormenta in fondo. lasciare andare, far morire qualcosa. passare per un lutto obbligato è il dazio per la rinascita. il mio limite più grande è non saper dare il benvenuto al cambiamento. sono un uomo piccolo, voltato dalla parte sbagliata. Ieri.
zaritmac ha detto:
#3- Mi consola essere girati dalla stessa parte, hobbs.
didolasplendida ha detto:
ma questo è uno scambiamento!
zaritmac ha detto:
#-5 In che senso? Che la foto è venuta mossa? 😉
utente anonimo ha detto:
È un piacere anche per me rivederti! Mirella
narrando ha detto:
sarò banalmente prosaico, ma questo freschetto settembrino è una manna, agosto è stato un girarrosto 🙂
zaritmac ha detto:
#7- 🙂
#8- Fuor di narrazione anche a me giova il fresco settembrino, almeno metereologicamente parlando, narrando. Ma in verità, il futuro che vedevo scurire all’orizzonte era un altro; quello dei precari sui tetti e delle casse dis-integrazione, dei disperati più disparati e respinti, di questo vento che sembra polveroso, come un cielo minacciato, più che carezzato, da uno stormo di uccelli, mentre si fa sera eppure ricomincia l’anno; ché settembre è per chi studia, chi lavora e chi aspetta, chi dispera e chi progetta un altro, forse più sentito capo-d’anno.